Le saline di Trapani

Trapani. 1 Ottobre 2013.

Il contachilometri segna ormai i 5000 rintocchi. Di costa ne abbiamo vista tanta e oggi il viaggio compie un mese di vita. Eppure non avevamo mai attraversato un litorale tanto bello e selvaggio come quello che da Sciacca porta a Trapani. Sbagliamo strada, finendo sull’ex statale 115, oggi diventata una deviazione secondaria a uso agricolo, e ci ritroviamo in un paesaggio assurdo, talmente bello da non potersi descrivere con le parole. Le vallate coltivate si immergono nel mare. Ci sono pochissime costruzioni. Nessuna traccia di scempi da cemento, se si escludono gli arditissimi viadotti della statale che fendono le valli.

Arriviamo a Trapani senza entrare in città, fermandoci presso uno dei cinquecenteschi mulini a vento che si trovano in zona, subito dopo delle montagne bianche. Siamo finiti nell’antichissima salina della città, in buona parte trasformata in una Riserva Regionale data in gestione al WWF. Bandiera col panda, bandiera con la trinacria e ad attenderci Girolamo e Francesca, del WWF della Riserva.

Siamo felici. C’è una bella energia e moltissime cose da vedere in un contesto unico che rappresenta un’importante risorsa. L’attività della salina ha storicamente trasformato la zona in un luogo adatto alla vita di uccelli leggendari, di cui avevamo solo sentito parlare da Geo&Geo e concorrenza. Aironi cenerini, fenicotteri, cavalieri d’italia e altre decine di specie bellissime svolazzano tra i cumuli di sale e le vasche di decantazione. Il primo dato che emerge è di quelli unici nel nostro viaggio: per la prima volta incontriamo un’attività industriale umana che non solo non ha danneggiato la natura, ma ha addirittura creato le condizioni per lo sviluppo di un ecosistema dalla biodiversità significativa.

Iniziamo a fotografare come dei giapponesi ai Fori Imperiali andando praticamente sempre a colpo sicuro e producendo premi wordpress a ogni click. Scopriamo che persino la Canon, che ci ha concesso l’attrezzatura fotografica per il viaggio, viene qui per fare test e dimostrazioni dei suoi prodotti. I colori sono meravigliosi, l’orizzonte è ampio e il tramonto dietro l’isola di Favignana è memorabile.

Girolamo, un signore simpatico, colto ma anche molto alla mano, ci racconta delle soddisfazioni e delle difficoltà che la riserva dà e presenta. Tanti visitatori, anche dall’estero, ma un rapporto non sempre sereno con la città. In molti, “come accade spesso – ci spiega – vedono la riserva come un limite, una fastidiosa serie di divieti”. Un tempo questa zona serviva per andare a caccia e non è stato semplice spiegare a tutti che no, proprio non si poteva più sparare agli uccelli, pescare, accendere fuochi.

Figlia della grande stagione ambientalista degli anni ’80 e ’90, la riserva oggi splende e brulica di vita e di possibilità, donando ad un città peraltro molto bella una documentario del National Geographic a 5 minuti da casa, di tutti, per tutti. Aironi compresi.

  • tracciato siciliano
  • Sicilia
  • 31° giorno di viaggio

Le saline di Trapani

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