Quel ramo del Lago di Tutti

Lecco. 10 Settembre 2013.

Nel nostro disegnare con la Vespa l’arco prealpino facciamo tappa a Lecco. Qui, proprio dirimpetto al Manzoniano “ramo del Lago di Como”, ha sede l’importante struttura dell’Arci locale, con tanto di foresteria dove passiamo la notte, loro ospiti.

Si tratta di una realtà solida e strutturata nel tempo, che conta 6mila iscritti in una città con meno di 50mila residenti. Al primo piano dell’edificio, in un dedalo di stanzette addobbate con bellissimi manifesti di lotta, si danno un gran da fare 5 giovani responsabili, mentre una bella luce filtra dalle finestre che danno sul lungolago. Un idillio della militanza, non ci piove!

Cerchiamo di capire meglio, facendo due chiacchiere con Simona, che qui è vice presidente. Ci racconta della crescita del progetto Arci Lecco, dei corsi svolti, della funzione aggregativa che la sede svolge in città. Poi il discorso vira sul tema dell’immigrazione.

In effetti molti manifesti parlano di lotta al razzismo, di integrazione, di differenza. Un tema sentito, quindi? Sì. E come mai. La riposta è semplice, in realtà: “la Lega”. Da queste parti, nonostante il netto ridimensionamento, il partito di Bossi mantiene le sue posizioni e, soprattutto, legittima e giustifica atteggiamenti altrove sposati dai movimenti identitari di estrema destra. “Gente con valori lontanissimi da quelli dell’Arci”, precisa Simona, “che in alcuni casi vorrebbero addirittura aprire dei circoli nel nostro circuito”. Va detto che aprire un circolo Arci può essere um buon sistema per iniziare un’attività, per una serie di agevolazioni e semplificazioni, ma va anche ricordato che l’Arci è una realtà antirazzista, antisessista e sicuramente nemica delle vari declinazioni in cui si è ramificato il neofascismo, nazionale o padano che sia. Molto importante, sotto questo punto di vista, è il corso di Italiano per immigrati e, in passato, quello per la formazione di mediatori culturali. Privati del diritto di cittadinanza, ma non certo dell’accezione fondante di donne, uomini e lavoratori, gli immigrati trovato qui una forma di accesso al contesto sociale cittadino che lo Stato e la comunità nazionale finiranno per accordargli solo in un secondo momento. Fin quando Lecco sarà anche loro.

Il criterio con cui si muove l’Arci tra queste montagne, insomma, è quello dell’”educazione popolare”, un principio di conoscenza democratica che ha visto fiorire una vasta gamma di corsi rivolti alla cittadinanza, con o senza passaporto padano.

  • tracciato prealpino
  • Lombardia
  • 10° giorno di viaggio

Quel ramo del Lago di Tutti

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