Una bottega tra i Colli Berici

Vicenza. 11 Settembre 2013.

Che il Vicentino fosse un luogo particolare lo avevamo capito anche prima della partenza, quando ci eravamo trovati ad unire in una sola tappa un numero inedito di associazioni e realtà da incontrare e conoscere. Il nostro arrivo era stato preceduto da una fitta corrispondenza, sviluppata attorno a una mail con molti destinatari. Istanze diverse ma già in rete tra loro.

Vicenza è sicuramente passata alle cronache degli ultimi anni per la dura lotta opposta dalla cittadinanza all’ampliamento della base militare statunitense, che ha dato vita al movimento No Dal Molin. “Un regalo”, ci hanno spiegato, quello degli americani, in una città “tutto sommato cattolica e conservatrice”. Ne è nata una molla che ha rimesso in circolo molte energie e ha senz’altro rivitalizzato e motivato quelle già esistenti. Si è così creata una rete sociale formata da attivisti di varia estrazione che ha costruito un laboratorio civico in cui si sperimentano e si immaginano nuovi stili di vita, nuovi rapporti tra città e campagna. Rapporti sostenibili, ecologici e liberi da una servitù militare che condanna la zona ad essere uno dei principali avamposti USA in Europa.

Il paesaggio urbano e rurale eredita una serie di caratteristiche felici, che sicuramente aiutano i vicentini di domani a immaginare il loro futuro. La città, racchiusa tra le sue antiche mura, è davvero splendida e promette un’altissima qualità della vita, mentre la campagna che la circonda non è da meno, con le sue vigne sconfinate e il polmone dei Colli Berici, la zona montuosa incastonata nel braccio meridionale della provincia.

Un mix di caratteristiche favorevoli che fa intravedere la primavera che potrebbe sbocciare di qui a qualche anno. Ce ne accorgiamo chiacchierando con i responsabili dell’associazione Gusti Berici, che propongono di far approvvigionare la città attraverso le coltivazioni a chilometro zero offerte dalla campagna, in un’ottica di consumo critico e consapevole basato anche sulla conoscenza dei luoghi. “Per molti anni i Colli sono stati visti come una località di evasione domenicale”, la scommessa, ci spiegano, è invece quella di riportarli all’interno della filiera produttiva della provincia, secondo logiche votate alla sostenibilità. Lo strumento è ancora una volta quello della rete dei piccoli e piccolissimi produttori in grado di rivolgersi alle reti dei piccoli consumatori critici. Ossia un tandem tra contadini consapevoli riuniti e sistema dei Gruppi di Acquisto Solidale.

La dimostrazione dei livelli di eccellenza che qui può raggiungere uno stile di vita critico, consapevole e proiettato nel futuro è senza dubbio offerta dalla bottega del commercio equo e solidale, che si chiama “Unico Mondo”. Bellissima, incastonata nel bulbo del centro storico, ricorda per certi aspetti gli ambienti luminosi e curati della bottega di Genova, che addirittura supera per longevità. “Esistiamo da 25 anni”, ci racconta Marta. Un rapido calcolo è la mente rimanda indietro la lancetta al 1988. Puro pionierismo nella materia! Praticamente fanno parte di quel nucleo originario che l’equo e solidale se l’è inventato e sono oggi parte integrante del tessuto urbano. Le persone che ci lavorano, tutte donne, sono gentili e sorridenti. Ci dicono di essere contente del lavoro che fanno e lo fanno con piglio sicuro e sereno, solido. Una cosa bella da vedere e da raccontare.

Pochi chilometri più a Nord persino l’esercito più potente del mondo ha dovuto scendere a patti con un livello di coesione civica così sviluppato. La base è stata realizzata, è vero, ma solo per metà del progetto originario. Il sindaco che l’ha voluta ha perso sonoramente le elezioni e, fatto inedito, una parte dell’area militare è stata riconsegnata al comune. Una riconversione ad uso civico di una zona militare che, ci hanno raccontato, “non ha precedenti nella storia della Repubblica”

  • tracciato prealpino
  • Veneto
  • 11° giorno di viaggio

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